Teologia fondamentale

H.I.M. incoronato
croce etiope

Anche presso individui che intuiscono l’esistenza una dimensione ulteriore nella nostra cultura, e che superano dunque la mediocrità nozionistica imposta dall’immaginario collettivo, si riscontra spesso una certa inclinazione superficiale. Molti considerano il Nome di Sua Maestà un contenitore vuoto, pronto per essere impregnato di significati soggettivi ed estranei alla sua forma originaria: lo si carica di anarchismo adolescenziale e vane ribellioni, costruendo così una sorta di filosofia giovanile della libertà; lo si riduce a valore politico antagonista, scindendo il suo potente messaggio sociale dalla propria origine spirituale e culturale, e legandolo a dottrine ed “ismi” a cui il Signore fu estraneo o che rigettò esplicitamente; lo si costringe entro confini estetici ed artistici, fabbricando una moda esteriore, un gusto esotico privo di un reale perché.

Non è difficile comprendere che per dare sfogo a questa infantile volontà di identificazione personale non ci sia bisogno di scomodare il Nome del Re, essendo il mondo pieno di ideologie peregrine pronte ad irretire l’animo umano e ad adeguarsi perfettamente a tutti i suoi capricci e desideri; è altrettanto facile rendersi conto di quanto danno tale atteggiamento produca all’immagine ed alla dignità della nostra fede, la cui profonda e definita identità è già presente in quella parola, e non può essere ignorata o re-intrerpretata. Non è un concetto astratto o un evanescente ideale filosofico che è stato posto a suo fondamento, ma una persona vivente, Ras Tafari, che ha storicamente agito e parlato, e che merita rispetto e attenzione. A questo proposito, è estramente appropriato l’ammonimento dell’Apostolo Paolo, contenuto nella I Lettera ai Corinzi 3, 10-11:

Ma ciascuno stia attento a come costruisce: infatti nessuno può gettare un fondamento diverso da quello già posto, che è Gesù Cristo.

In accordo con tale precetto, per noi Rastafari non è un oggetto mentale da creare e modellare secondo le proprie passioni, ma un Soggetto reale che ha storicamente insegnato e praticato moralmente una “via” dello spirito, e se vogliamo identificarci con Lui, portandone il Santo Nome, dobbiamo dunque sforzarci di comprendere e vivere come Lui, forgiare la nostra immagine a somiglianza della Sua, per il rispetto della verità e la nostra salvezza. Piuttosto, il comportamento contrario, alquanto diffuso, lascia intravedere irriverenza ed immaturità, nel tentativo di appropriarsi ingiustamente, violentandone la natura storica e concettuale, di una cultura che non si vuole ascoltare, a cui non ci si vuole accostare con umiltà. A tutti coloro che si definiscono Rasta senza cautela e coscienza, a coloro che tentano l’assurdo di togliere RasTafari dalla fede RasTafari, che giocano con il sacro per glorificare se stessi e soddisfare meschini vizi commerciali, si rivolge il giudizio del Signore, che risuona terribile in questo mondo e in quello che verrà:

Osservando la vita, la bontà, l’umiltà e il martirio del Salvatore del mondo, e guardando le leggi che Egli ci diede, quanto dovremmo vergognarci di chiamarci cristiani senza seguire le sue orme ? (Autobiografia Vol. II , Capitolo VI)

In coerenza con l’essenza originaria della nostra cultura, crediamo sia necessario, per chiunque voglia accostarsi con dignità ad essa, partire da quell’ispirazione basilare ed ineliminabile che la stessa parola testimonia, che dunque si riconosca la regalità vivente di Qadamawi Haile Selassie sulla propria esistenza (Lui è il Capo, Ras) e ci si lasci istruire dal Suo Esempio e dalla Sua Parola. Egli, secondo i suoi stessi titoli storici, è la Luce del Mondo: essere rastafariani significa essenzialmente crederlo e lasciarsi illuminare.

Selassie luce del mondo

Haile Selassie I è una personalità religiosa, imbevuta di misticismo, fondata istituzionalmente ed umanamente sul Divino e protesa in toto al Suo servizio. La volontà di isolare i valori morali o politici della Sua Personalità che più ci aggradano, e separarli dal rapporto con Dio, così da professare un Rastafarianesimo senza spiritualità, viene negata dalla concezione sempre e comunque religiosa di ogni sfera d’azione umana e dell’intera esistenza che emerge dalla Sua figura, e genera una cultura ingenua come un cristianesimo ateo, completamente artefatto e surreale. Da ciò, non può esistere un Rastafarianesimo “laico”, bensì esso deve essere pensato primariamente in termini Rivelativi e Teologici, e i tentativi di de-spiritualizzare Rastafari, oltre che in antitesi alla natura storica del nostro Movimento, sono teoricamente vani, capaci di sostenersi soltanto nell’ignoranza, conscia o inconscia, del messaggio del Re, che annuncia con insistenza:

Riponete la vostra fede nell’Iddio Onnipotente e credete in Lui; poiché, senza la Sua assistenza e guida, l’uomo non è altro che una creatura debole e minuta. (Selected Speeches, pag.11)

La Fede in Lui, che non deve costituirsi, come ci è stato suggerito dalle decadenti tradizioni religiose dell’Occidente, ubbidendo ciecamente a “dogmi” radicalmente assenti nell’esperienza reale, ma attraverso una ricerca critica, interiore, spirituale, ma anche esteriore, storica e culturale, che ci permetta di incontrare e sentire concretamente quelle verità nella nostra anima e nel mondo, conoscerà per necessità un momento concettuale, di comprensione e classificazione dei contenuti comunicati dal Signore nella sua lunga, incisiva e chiarissima predicazione. Quest’insieme di pensieri e riflessioni viene comunemente definito “dottrina”, ed ha lo scopo di portare l’intelletto umano ad assumere e professare le idee presenti nella mente di Qadamawi Haile Selassie, fonte e centro della nostra rivelazione. A tal proposito, l’Apostolo Paolo affermò nella Prima Lettera ai Corinzi, Capitolo 2 Verso 16:

Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore, così da poterlo istruire?» Eppure noi abbiamo la mente di Cristo.

Vi sono due ambiti disciplinari fondamentali nella nostra cultura: quello che studia la Fede, l’insieme dei principi e delle idee che guidano le meditazioni del nostro spirito, e quello che ricorda le Opere di Dio e dei nostri padri e riflette sulla loro Storia, dall’origine del mondo sino ai tempi moderni. Lo studio della Fede potrà essere a sua volta suddiviso in tre branche essenziali: Teologia, Morale e Politica. La Teologia si occupa della natura di Dio, del piano da Lui stabilito per la salvezza e della Sua manifestazione nella vita dell’uomo, ed in questa sezione cercheremo di illustrarla secondo un ordine logico, scandito dalle varie sotto-sezioni presenti nel menù in alto.

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